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Tiroide Nodulo: I Problemi Più Comuni – Iperattività o Pigrizia A Causa Degli Ormoni

La tiroide può causare dei disturbi al metabolismo corporeo che solitamente colpiscono le donne più frequentemente degli uomini. Essa è una ghiandola che comprende due sistemi endocrini: il primo produce gli ormoni tiroidei (T3 e T4), il secondo la calcitonina.
La tiroide ha una forma molto simile alla lettera H. Possiamo anche dire che somigli ad una farfalla, grazie a due lobi a forma di pera che vengono uniti al centro dall’istmo.

Le malattie alla tiroide interessano circa 7 milioni di italiani. Tantissimi soggetti sono donne.
Un italiano su due sviluppa nella sua vita almeno un nodulo alla tiroide, ma non sempre se ne accorge a causa della sovente mancanza di sintomi e segnali di preallarme.

A COSA SERVE LA TIROIDE – La tiroide, ghiandola endocrina che si trova alla base del collo, produce principalmente due ormoni: la tiroxina (o T4); la triiodotironina (o T3).
Questi due ormoni sono importantissimi nelle prime fasi dello sviluppo e della crescita degli organi.
Inoltre la Tiroxina e la Triiodotironina regolano tante funzioni metaboliche che trasformano il substrato organico (il cibo) in energia. Ma alla tiroide sono anche fortemente correlati il battito cardiaco, il peso e massa
muscolare, il tasso di colesterolo, il ciclo mestruale, la vista,
l’idratazione della pelle
, etc.

Ora dovrebbe apparire più chiaro il perchè una disfunzione alla tiroide potrebbe compromettere la salute fisica e mentale di un soggetto.
Però, come dicevamo all’inizio, solo una persona su dieci è spesso consapevole di avere dei problemi a carico della tiroide. La restante totalità, invece, resta all’oscuro di una eventuale malattia tiroidea.

Il 65% degli ormoni tiroidei è costituito da iodio.
Ecco perchè si suggerisce ai giovani papà e mamme di portare spesso il figlio in riva al mare (anche se la quantità di iodio che si può inalare è davvero minima). L’assunzione giornaliera di iodio dovrebbe essere di 20 microgrammi fino ad arrivare a 600 o 1000 microgrammi.
In assenza di iodio possono insorgere delle patologie note come “gozzo endemico“: la ghiandola tende ad ingrossarsi.

COME FUNZIONA –  La tiroide fa parte del complesso meccanismo di secrezione ormonale che la vede cooperare con l’ipofisi e l’ipotalamo (altre ghiandole, presenti questa volta all’interno del cervello). L’ipotalamo segnala all’ipofisi di rilasciare l’ormone THS. Questo ormone regola la concentrazione di T3 e T4 presenti all’interno dell’organismo e può aumentarle o diminuirle grazie ad una comunicazione diretta con la tiroide, che si mette quanto prima all’opera per eventualmente produrre gli ormoni tiroidei.
Le malattie della tiroide più frequenti sono proprio dovute a delle
alterazioni numeriche degli ormoni sintetizzati
.
Si usa il termine ipotiroidismo per riferirsi ad una tiroide inattiva.
Con ipertiroidismo, invece, ci si riferisce ad una tiroide super
attiva.

I PROBLEMI PIU’ COMUNI – Le patologie a carico della tiroide più comuni sono quelle autoimmuni: ipotiroidismo ed ipertiroidismo.
In caso di ipotiroidismo gli anticorpi propri di un soggetto tendono ad attaccare e distruggere il tessuto ghiandolare. In questo modo la funzionalità della tiroide sarebbe la stessa garantita ai cittadini di un paese sotto assedio.
Con l’ipertiroidismo, di contro, il lavoro della ghiandola aumenta incontrollabilmente, il metabolismo aumenta e di conseguenza si tendono a perdere chili e massa muscolare.
Altri problemi a carico della tiroide sono i noduli di natura benigna che affliggono quasi esclusivamente le donne e il carcinoma maligno, che in tutti i casi è veramente molto raro e si interviene attraverso tiroidectomia.

I SINTOMI PIU’ VISIBILI – Un soggetto, con una tiroide che funziona al di sotto delle sue capacità, tenderà a trattenere i liquidi.
Una paziente affetta da ipertiroidismo, in tutta risposta, tenderà a dimagrire eccessivamente nonostante il buon appetito la accompagni lungo tutta la giornata.

LA SFORTUNA DELLE DONNE –  Le malattie della tiroide colpiscono molto più le donne che gli uomini. Le statistiche sono impietose: 5/8 volte più a rischio rispetto al sesso forte.
Il motivo principale di questo accanimento della natura è da affibbiare molto probabilmente al diverso ruolo biologico e alla relativa maggiore complessità ormonale.
A partire dai 12 anni (alle volte anche prima) noi donne subiamo delle periodiche modifiche ormonali. Per non parlare dei periodi relativi alla gravidanza, l’allattamento e la menopausa, durante i quali gli equilibri ormonali vengono pesantemente alterati.
Ma come se non bastasse, le donne sono anche più soggette ad ammalarsi di patologie autoimmuni.

TIROIDE E GRAVIDANZA – La gravidanza è un periodo molto delicato durante il quale la tiroide delle donne attraversa un periodo di grande stress.
Essa infatti deve fornire anche gli ormoni che il feto non è ancora in grado di produrre autonomamente. E questo richiede un carico di lavoro fino al 50% extra. Tante volte la tiroide si ingrossa e può essere visibile addirittura attraverso il collo.
Nel caso in cui in famiglia si fossero verificate storie di problemi a carico della tiroide, per evitare complicazioni allo sviluppo del feto, è sempre meglio effettuare una visita specialistica da un endocrinologo, PRIMA DI INIZIARE UNA GRAVIDANZA.
In linea di massima sarebbe auspicabile aumentare il consumo di sale iodato e di selenio (oligoelemento importante per la produzione e l’attivazione dell’ormone tiroideo) qualche mese prima della fecondazione.
In altri casi, però, è possibile che un soggetto vada in contro a delle alterazioni sensibili al proprio equilibrio ormonale. In tali evenienze è bene approntare una terapia ormonale PRIMA della gravidanza, ed i livelli di ormoni devono restare monitorati per tutti i nove mesi. Il feto non corre nessun problema a seguito della terapia. L’ormone tiroideo può essere preso sia durante la gravidanza che durante l’allattamento. Esso non è un farmaco vero e proprio, ma una sostanza naturale tal quale all’ormone che normalmente viene prodotto dalla tiroide.
Però alcuni problemi, purtroppo, possono insorgere dopo il parto con la cosiddetta depressione post-partum. Accade che la tiroide si possa infiammare e causare ansia, agitazione, tachicardia,senso di fatica, astenia, sintomi depressivi, etc. Il più delle volte (circa 8 su 10) la depressione post parto scompare da sola. Tuttavia in caso di cronicizzazione diventa necessario seguire una terapia adatta.

DIAGNOSI – Uno strumento per nulla invasivo e molto efficace per identificare eventuali anomalie a carico della tiroide è l’ecografia. Essa sfrutta gli ultrasuoni e permette di ottenere un’immagine della tiroide che viene analizzata dall’ecografista. L’ecografia è molto attendibile, ma richiede competenza ed una strumentazione all’altezza (onde superiori ai 10 MHz).
Nel caso in cui ci fossero degli ulteriori dubbi sulla lettura di tiroiditi, noduli o microcalcificazioni, allora si può ricorrere all’elastografia.
Essa analizza l’elasticità di un tessuto e permette di distinguere più accuratamente eventuali noduli da analizzare.
Tuttavia una risposta più precisa su eventuali patologie a carico della tiroide viene data dall’esame citologico che, attraverso l’agoaspirato, preleva una piccola porzione delle cellule da analizzare.

TOGLIERE LA TIROIDE – Nel caso in cui l’endocrinologo noti dei problemi a carico della tiroide, come la presenza di noduli di alcuni centimetri, si potrebbe optare per un intervento di tiroidectomia (da effettuare sempre e solo in centri specializzati in endocrinochirurgia) che possa asportare completamente la tiroide. I primi mesi saranno tragici. Non riesco a trovare altro termine per descrivere l’esperienza di chi ha dovuto rimuovere la tiroide.
Per quanto piccola e per quanto possa sembrare insignificante, questa ghiandola endocrina è strettamente collegata ai livelli ormonali di un soggetto, ma anche al suo metabolismo e al suo umore. Ci vuole tempo e dedizione per trovare il giusto dosaggio dei farmaci (“ormone tiroideo in compressa“) che dovrebbero prendere il posto degli ormoni tiroidei. Poi si può tornare alla normalità.
Posso farvi il nome della bellissima Lorella Cuccarini. Lei ha tolto la tiroide nel 2002 e guardatela ora. Non ditemi che non è sempre splendida.
Oggi, grazie ad una tecnica mini-invasiva tutta italiana (“Mivat”), è possibile rimuovere noduli non più grandi di 3,5 centimetri in modo rapido e poco doloroso. In due, tre giorni di degenza il piccolo taglio scompare. L’intervento viene eseguito per via endoscopica (usando una telecamera a fibre ottiche del diametro di circa 5 millimetri).
Un altro tipo di intervento è quello che sfrutta il bisturi ad ultrasuoni, strumento che previene ogni forma di sanguinamento e che garantisce una guarigione molto più rapida.

PREVENZIONE – La prevenzione dovrebbe essere il primo pensiero di tutte noi. Purtroppo certe cose le allontaniamo involontariamente dai nostri pensieri, per paura o per chissà cosa. Eppure fare della regolare prevenzione alla tiroide è molto semplice.
Occorre controllare, anche da sole, il collo periodicamente. Un pò come si fa con il seno, quando ci si assicura della assenza di eventuali piccoli noduli.
Nel caso in cui si senta un nodulo, allora bisogna recarsi da uno specialista, considerando che la possibilità che il nodulo cresca con l’età è alta.
Qualche rigo prima abbiamo detto che la tiroide è avida
di iodio e che per funzionare correttamente deve avere disponibili
almeno 150  microgrammi di iodio al giorno
.
Purtroppo molte
ricerche dimostrano che tantissimi italiani non assumono abbastanza
iodio attraverso la dieta. Dovremmo imparare ad usare del sale iodato al
posto di quello comune da cucina e a consumare più pesce e crostacei, in particolare le cozze.
Altri alimenti ottimi per quanto riguarda
il contenuto di iodio sono le uova, il latte, l’aglio, i semi di
sesamo, i fagioli e gli spinaci.

Autore: Viola Dante © RIPRODUZIONE RISERVATA
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