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I CANI PERCEPISCONO GLI STATI D’ANIMO E L’UMORE DEL PADRONE

Molti proprietari di animali domestici ben conoscono le coccole ed il conforto offertogli dal loro cucciolo, quando il loro cane li vede piangere. Ora una nuova ricerca suggerisce che i cani, per la verità, rispondano INEQUIVOCABILMENTE alle lacrime. Ma se gli animali domestici sentano davvero emozioni per il dolore umano è meno chiaro.

In uno studio pubblicato online il 30 Maggio nel giornale Animal Cognition, alcuni ricercatori dell’Università di Londra hanno scoperto che è più probabile che i cani si avvicinino ad una persona che piange che non a qualcuno che stia parlando o canticchiando, e che di solito rispondono ai lamenti con un comportamento sottomesso. I risultati sono quelli che vi aspettereste se i cani comprendessero il nostro dolore, hanno scritto i ricercatori, ma non c’è prova che lo comprendano.

“Canticchiare era stato programmato come un comportamento relativamente nuovo che dovrebbe essere in grado di attirare la curiosità del cane”, dice la ricercatrice Deborah Custance“. Il fatto che i cani notino la differenza tra canticchiare e piangere indica che la loro risposta al pianto non era puramente derivata dalla curiosità.

Piuttosto il pianto porta in se un grande significato emotivo per i cani ed ha provocato una risposta più forte del canto o del parlare.
I cani sono stati addomesticati, si dice, 15000 anni fa e molti proprietari di animali domestici hanno storie dove raccontano come i loro amici cani abbiano offerto conforto in periodi brutti.

Studi recenti hanno mostrato che i cani siano esperti in comunicazioni con gli umani, ma gli scienziati non sono stati in grado di dimostrare che i cani provino emozioni o capiscano il dolore degli altri. In uno studio del 2006 i ricercatori hanno fatto simulare dei falsi infarti a dei proprietari di cani o hanno fatto finta di essere sepolti da un sacco di mobili, ed hanno scoperto che i cani non riescono a portare aiuto. Ma cercare aiuto è un compito complesso e Custance e la sua collega Jennifer Mayer hanno voluto mantenere l’esperimento semplice. Hanno reclutato 18 esemplari di cani coi loro padroni per vedere se i cani rispondevano al pianto dei loro padroni in maniera consona. I cani erano di varie razze compreso Labrador, Golden Retrievers ed altre razze comuni. L’esperimento è avvenuto nel soggiorno dei padroni. Mayer arriva ed ignora il cane cosicchè lui abbia poco interesse in lei. Poi sia lei che il padrone a turno parlano, cantano e fingono di piangere. Dei 18 cani nello studio, 15 si sono avvicinati al padrone o alla Mayer durante i momenti di pianto, ma solo 6 si sono avvicinati durante il canto. Ciò indica che sia il contenuto emotivo e non la curiosità che  motiva i cani. Così come i cani hanno sempre avvicinato la persona che piangeva, e mai la persona calma, come uno si aspetta se crede che il cane cerchi di ottenere (piuttosto che offrire) conforto.

I cani si avvicinavano a chiunque stava piangendo senza considerare la loro identità. Siccome rispondevano all’emozione della persona, non a loro propri bisogni, suggerisce un comportamento di offerta di conforto” dice Mayer. Dei 15 cani che si sono avvicinati al proprio padrone o all’estraneo che piangeva, 13 lo hanno fatto con un linguaggio gestuale sottomesso, coda tra le gambe e testa piegata in avanti, un altro comportamento in linea con lo scambio di emozioni (i restanti due erano all’erta o giocosi). Però i ricercatori non sono in grado di parlare ai cani e non possono provare definitivamente cosa essi stessero pensando. E’ possibile che i cani abbiano imparato ad avvicinare le persone che piangono perché i loro padroni hanno mostrato loro affetto quando lo hanno fatto, hanno scritto i ricercatori. Non vogliamo in alcun modo dire che il nostro studio presenti una risoluzione definitiva alla questione della reazione emotiva nei cani, hanno scritto Mayer e Custance. Comunque, dicono loro, i loro esperimenti hanno aperto le porte ad ulteriori studi sui comportamenti dei cani, da come diverse razze rispondono alle emozioni dei loro padroni e se i cani capiscano davvero la differenza tra risate e pianti.

Autore: R. D’Ancona © RIPRODUZIONE RISERVATA
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