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Abbronzatura: Come Ci Si Abbronza? Aspetti Negativi e Le Giuste Precauzioni Per Esporsi Al Sole


Il bianco non va più di moda e non mi riferisco ai matrimoni.
Oggi giorno la tintarella è uno status symbol.
Eppure un tempo era il contrario. Una carnagione abbronzata era sinonimo di lavoro manuale e basso ceto sociale.

Quest’oggi invece i canoni estetici proposti su passerelle e sul piccolo schermo dicono un’altra cosa: l’abbronzatura la fa da padrona.
Soprattutto quando si avvicina l’estate, il desiderio di assumere un colorito scuro ed intenso predomina qualsiasi altra tentazione. Ed allora ci si comincia a domandare quale possa essere il miglior modo per abbronzarsi, se siano presenti sul mercato nuove creme abbronzanti, si leggono recensioni di questo o quel centro benessere, si condividono pareri e risorse sugli ultimi spray abbronzanti, docce, trattamenti e quant’altro.

Sarei una bugiarda a dire che anche io non aspetto l’estate.
E’ la stagione più bella. Quella delle vacanze. Quella del dolce dormire.
Ma per troppe persone “estate” è sinonimo di spiaggia, asciugamano ed ore di esposizione al sole, così da raggiungere il prima possibile una abbronzatura invidiabile.
Le statistiche ci riportano che ben l’80/85% delle persone sotto i 25 anni ritengono che l’abbronzatura migliori la propria immagine.

Ma la fretta è una cattiva consigliera.
Prima di preparare la borsa per il mare o per il centro abbronzante, sarebbe meglio informarsi su come ottenere una splendida abbronzatura SENZA STRESSARE LA PELLE.

PERCHE’ CI SI ABBRONZA – La risposta più immediata sarebbe “perchè ci esponiamo al sole“. In realtà c’è tanto altro da dire.
I raggi solari che raggiungono la terra contengono al loro interno due tipi di radiazioni ultraviolette: i raggi UVA e gli UVB.
I raggi UVB bruciano lo strato più superficiale della pelle (l’epidermide) provocandole eritemi e scottature solari.

Gli UVA, invece, sono i responsabili dell’abbronzatura e del cambiamento di colorito.
Essi penetrano fino allo strato più interno dell’epidermide. Lì i raggi UVA stimolano le cellule chiamate melanociti, che cominciano a produrre melanina: un pigmento di color simile-marrone. E’ proprio la melanina che regala alla pelle l’abbronzatura.
Ma la melanina non compare in maniera accessoria. Essa ha una funzione molto importante.
Senza di essa il sole finirebbe per bruciare la pelle, per stressarla a tal punto da far insorgere problemi molto seri. Uno di questi è il tumore alla pelle o melanoma.

GLI SVANTAGGI DELLA ABBRONZATURA – Sebbene l’abbronzatura possa donare un aspetto salutare ed in forza, esporsi al sole in maniera scriteriata presenta degli svantaggi da tenere molto bene in considerazione.

I raggi UVA, che abbiamo detto essere i principali artefici del cambiamento di colore della pelle, le possono anche causare dei danni gravissimi e (alle volte) irreparabili.
Essi vanno tanto in profondità. Scendono molto più in basso dei raggi UVB. Arrivano lì dove sono presenti i vasi sanguigni ed i nervi.
Proprio a causa di ciò i raggi UVA possono danneggiare il sistema immunitario di un soggetto.
Ed una persona senza difese (o con scarse difese) è facile preda di malattie. Una su tutte, il melanoma.

Se non diagnosticato in tempo e se non trattato adeguatamente esso cresce molto velocemente e si diffonde a tutti gli altri organi del corpo, compromettendone funzionamento e vitalità.

Guardate che il tumore della pelle non è qualcosa di molto lontano da noi.
Solo negli stati uniti si registrano circa un milione di nuovi casi diagnosticati annualmente.
E’ una vera e propria epidemia, che prende piede a causa della cattiva informazione e dell’uso scriteriato di lettini abbronzanti e lampade solari che emettono elevate quantità di raggi UVA.

In passato il melanoma colpiva maggiormente le persone sopra i 50 anni.
Oggi, invece, sempre più giovani (dai 18 ai 25 anni) vengono affetti da tale condizione.
Si pensa che anche gli UVB giochino un ruolo importante nello sviluppo della malattia, ma il loro coinvolgimento è ancora tutto da dimostrare.

Ciò che è certo, in ogni caso, è che l’esposizione prolungata ai raggi UVB aumenta il rischio di contrarre altre forme di tumore alla pelle: il carcinoma a cellule basali; il carcinoma a cellule squamose.

Purtroppo questo genere di neoplasia viene curata con l’asportazione.
E poichè le zone più colpite sono solitamente il volto ed il collo, la cicatrice non sarà un rischio ma una certezza del “dopo intervento”.

Oltre al rischio di contrarre il cancro, l’esposizione ai raggi UV presenta altri svantaggi.
Rughe, macchie scure sulla pelle, lentiggini, irrigidimento della pelle ed invecchiamento precoce, sono tutte conseguenze all’aggressione dei raggi ultravioletti.
Senza addentrarci in spiegazioni tecniche, se siete giovani, provate a guardare il viso e le mani di una 50enne. Noterete subito la differenza. Differenza che è dovuta sia all’età, ma soprattutto a come il sole ha nel tempo indebolito le cellule della cute.

Un ultimo problema associato ai raggi UV è quello delle cataratte agli occhi.

SOLE E VITAMINA D – Se siete delle mamme, sicuramente avrete sentito che il sole è molto importante affinché i bambini possano crescere sani e robusti.
Tutto merito della vitamina D, che aiuta il corpo ad assorbire il calcio.
Essa può essere ottenuta sia attraverso la dieta, che dall’esposizione al sole (in particolare i ravvi UVB).
Una assurdità che molto spesso sento ribadire è che, perchè la vitamina D sia prodotta, il nostro corpo non deve essere oleato con abbronzanti e schermi protettivi – “altrimenti il sole non raggiunge il corpo” – si usa dire.
Ma non è assolutamente vero.
Esporsi al sole senza protezione è una follia. I raggi UVB riescono a passare attraverso abbronzanti et similia. Quindi proteggete i vostri bambini tutte le volte che andate al mare o in luoghi dove il sole picchia forte.

ABBRONZARSI CON INTELLIGENZA – Desiderare una abbronzatura impeccabile non è un peccato. Ma bisogna farlo senza stressare la pelle. Senza che la cosa possa diventare deleteria per la propria salute e per la propria bellezza.

Andare al mare, prendere il sole, giocare a beach volleyball, etc, sono tutte attività che si possono svolgere SOLO SE si prendono le giuste precauzioni.

Nota. Il grado di protezione di una crema solare o di un abbronzante è dato dal fattore SPF. Maggiore è questo numero e più alto sarà il grado di difesa contro i danni causati dai raggi ultravioletti.

1. Indossate sempre una crema capace di una protezione solare di almeno SPF 15 tutti i giorni. Anche se il tempo dovesse sembrare nuvoloso. Proteggersi dal sole tutti i giorni è fondamentale, perchè più dell’80% dell’esposizione ai raggi solari è del tutto CASUALE: mentre si va a lavoro in macchina, durante una passeggiata, mentre si mangia all’aperto, durante l’uscita del cane, etc;
2. Usate le creme ad ampio spettro di protezione solare che si impegnano a bloccare sia i raggi UVA che quelli UVB. Non cercate mai di risparmiare su questi prodotti. Preferite quelli ipoallergenici e NON comedogenici, altrimenti potreste incappare in rash cutanei e acne (causato dall’occlusione dei pori);
3. Durante una esposizione diretta (volontaria) al sole proteggetevi con un prodotto che abbia un SPF di almeno 30;
4. Ogni due o tre ore applicate nuovamente la crema solare al corpo, dopo le normali attività fuori dall’acqua. Se avete fatto il bagno, invece, applicate la crema abbronzante ogni 30 minuti o un’ora;
5. Evitate il sole nelle ore più calde della giornata. Dopo le 11 e prima delle 15 i raggi solari sono particolarmente aggressivi e nocivi. E’ meglio ripararsi al fresco di un’ombra;
6. Attenzione anche agli occhi. Proteggeteli con degli occhiali che siano al 100% sicuri contro le radiazioni ultraviolette;
7. La neve come il mare. Le acque del mare e la neve presente in montagna hanno un forte potere riflettente che espone un soggetto a rischi più alti di bruciature solari e tutti i problemi ad esse correlati. In montagna come al mare, non scordate mai la protezione solare.
8. Evitate sempre e comunque gli acceleratori e stimolanti della tintarella. Non è dimostrato che tali pillole funzionino e spesso non sono approvate dalle agenzie governative che deliberano in materia di salute.

Attenzione. Alcuni farmaci, come gli antibiotici usati per trattare le puntine o come le pillole anticoncezionali, possono aumentare la sensibilità della pelle ad una eventuale esposizione solare.
Se state assumendo dei farmaci, chiedete al vostro medico se non possano avere un tale effetto collaterale. Nel caso in cui il vostro dottore non vi sembrasse convinto, leggete il bugiardino (foglietto illustrativo) e telefonate al numero verde di assistenza che dovreste lì trovare per i reclami, etc…

ABBRONZARSI SENZA TRAUMI ALLA PELLE – Come dicevamo precedentemente, è possibile abbronzarsi e farlo in maniera naturale e sana grazie ai tanti prodotti che il mercato ci offre.
Oltre ai classici abbronzanti esistono gli autoabbronzanti: prodotti che donano una abbronzatura senza che ci si esponga al sole.
Il principio che ne guida l’efficacia è il diidrossiacetone o DHA che gradualmente macchia le cellule morte della pelle residenti nello strato più esterno della cute.

Ovviamente la tintarella dura fino al momento in cui il ricambio cellulare non scarti le cellule pigmentate a favore di un nuovo strato di pelle.
Per questo esfolianti e lavaggi frequenti fanno svanire più in fretta l’abbronzatura.
Dovendovi descrivere un arco temporale, direi che l’abbronzatura ottenuta con autoabbronzante dura all’incirca 3/4 giorni o poco più di una settimana.
In ogni caso, dopo un paio di applicazioni, è molto semplice annotarsi ogni quanto andrebbe trattata la pelle perchè l’abbronzatura sia duratura.

Usare un autoabbronzante è molto semplice, anche se serve l’aiuto di un terzo soggetto per raggiungere i punti meno accessibili. State solo attente a togliere il prodotto dalle zone tipicamente non abbronzate come i palmi delle mani e dei piedi: rischiereste di sembrare “zozze”.
Gli autoabbronzanti sono venduti in lozioni, in spray o in tovagliette imbevute.
Personalmente non amo le cose fatte in fretta. E quindi vi suggerisco di acquistare delle creme idratanti che allo stesso tempo contengano al loro interno un pochino di autoabbronzante. Ci vorrà più tempo per ottenere il colorito desiderato, ma la pelle sarà libera di respirare, i pori non verranno occlusi. Inoltre hanno un odore molto più gradevole degli autoabbronzanti.
I prezzi sono abbastanza accessibili e non dovrebbero superare i 10 euro.

In alternativa ci si può recare in dei centri benessere che offrono la airbrush tanning.
Si tratta di una sorta di impianto doccia fornito di aerografo che spruzza una soluzione contenente DHA lungo tutto il corpo. Occhi, labbra e naso sono solitamente protetti e coperti.
La procedura dura dai 5 secondi al minuto. I risultati si cominciano a notare ad un paio di ore di distanza dall’applicazione. E l’abbronzatura sembrerà molto più naturale di quella ottenuta attraverso i trattamenti fatti in casa.

Nota. Prima di usare prodotti contenenti DHA sarebbe meglio esfoliare in profondità la pelle così che l’abbronzatura possa durare più a lungo.

Attenzione. Anche dopo aver usato gli autoabbronzanti è necessario usare delle creme solari tutte le volte che ci si espone ai raggi UV.
I trattamenti al DHA non stimolano la produzione di melanina ed il corpo necessita ugualmente di protezione. Però vi assicuro che negli anni a venire la vostra pelle sarà molto più bella e giovane rispetto a quella di coloro che si sono esposti in maniera scriteriata al sole.

Autore: Viola Dante © RIPRODUZIONE RISERVATA
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